Trauma e memoria emotiva

Il nostro sistema nervoso è costantemente impegnato nell’elaborazione degli stimoli che arrivano ai nostri sensi, per valutarne la pericolosità e decidere la reazione più adeguata.

La neurocezione è un processo neuronale programmato neurobiologicamente mediante il quale il nostro corpo reagisce ai segnali provenienti dall’ambiente e modifica il proprio stato fisiologico per fronteggiare una minaccia potenziale. La neurocezione si distingue dalla percezione perché non è un meccanismo consapevole.

Se gli stimoli attivano una reazione neurocettiva di rassicurazione, il nostro stato fisiologico si acquieta immediatamente, e allora possiamo impegnarci e interagire socialmente. Se invece i segnali indicano una minaccia vitale, allora si attiva una reazione di allarme che crea dei comportamenti, ci blocca e ci fa perdere anche il contatto sociale; quindi i segnali provenienti dal nostro corpo influenzano il nostro benessere personale, che varia con il variare dei contesti e delle interazioni con le persone. Tuttavia, anche se non siamo consapevoli di cosa provochi il senso di pericolo o di sicurezza, possiamo diventare consapevoli delle nostre risposte corporee, innescate dalla neurocezione. 

La memoria emotiva si attiva nel corpo sotto forma di sensazioni fisiche. Questi ricordi emotivi di solito sono innescati da una situazione nel presente che ripropone con la stessa intensità sentimenti ed emozioni negative vissuti nel passato. Queste emozioni evocano memorie procedurali, come ad esempio le reazioni di sopravvivenza, ma mentre in questo caso queste risposte attive spesso si dimostrano strategie efficaci, quando si tratta di traumi sono fallimentari e lasciano l’individuo in uno stato di angoscia emotiva irrisolta, senso di disconnessione dal proprio corpo e confusione.